25 luglio 2016

Mamme felici, storie belle


Oggi sono felice di raccontare cose belle.  Ho fatto la conoscenza di una dolce e sorridente famiglia, una mamma, un papà, la loro bellissima bimba di due mesi. Una famiglia che ha iniziato la vita insieme in salita, un parto cesareo un pò complicato, una settimana in terapia intensiva per la piccola, ricovero prolungato anche per la mamma, separazione forzata in strutture diverse.

Quando il contatto è impossibile per cause di forza maggiore, quando quello che immagini, soprattutto sul primo puerperio, salta completamente, come mai avresti pensato (le aspettative sono un trappolone in realtà, ma qualcuna è inevitabile). Ho incontrato diverse situazioni simili, e spesso non è difficile constatare il peso di quelle difficoltà iniziali anche a distanza di tempo.

Perchè non sempre questi genitori sono supportati, non sempre è possibile potersi appoggiare, vedere riconosciute e rafforzate le proprie competenze davanti alle difficoltà, per poi sentirsi forti e capaci di iniziare il nuovo viaggio insieme. A volte le fatiche, le tristezze di quei brutti giorni lasciano segni che durano molto a lungo, che segnano l'inizio e che durano ben oltre l'inizio.

Invece proprio da questo punto di vista, questa è una storia a lieto fine. O meglio, a lieto progredire, perchè la scoperta è appena cominciata.
Hanno trovato operatori attenti, ed accoglienti, nel loro percorso nascita. Il pediatra primario umile e disponibile, le puericultrici informate, l'ostetrica accurata, che hanno incoraggiato e sostenuto la mamma con l'allattamento, che lei stessa desiderava moltissimo, di cui sentiva il bisogno, e che spesso purtroppo non è favorito dal contesto degli accadimenti complicati come quelli che sono avvenuti a loro.

Mamma e figlia hanno presto recuperato il tempo di separazione, l'allattamento materno esclusivo, il contatto fisico anche grazie al massaggio,  tra tutti e tre c'é amore e si sente nell'aria, i genitori scherzano e sorridono complici, la bimba é tranquilla, annusa la sua mamma, mangia, si addormenta, si risveglia, la prende il suo papà... insieme raccontano le difficoltà vissute con la serietà che ancora ovviamente richiamano ma declinandole al passato.

Nell'oggi, nel presente, ci sono risate,  fiducia, e serenità. Perchè sulla loro strada hanno trovato sostegno, ascolto, supporto. Perchè si sentono liberi di riconoscersi il bisogno di una mano ancora, e ci siamo incontrati. E come doula, ma anche come mamma, per me questa è una bellissima storia.

P.s. quelli nella foto siamo io e Jari, all'inizio della nostra vita insieme...fuori :-)

19 luglio 2016

Di pause e di paure. E poi, di ripartenze


E' innegabile che questo 2016 per me sia un anno particolare. Di rinascita, di assestamento, di revisioni e riesami...e un blog, che per vivere ha bisogno di cure e nutrimenti come un figlio, lascia trasparire facilmente le lunghe assenze, le pause, le divagazioni.

Succede poi che da un pò mi sono trasferita al mare con i bimbi, spesso soli io e loro, e che la mia connessione mediatica sia drasticamente ridotta (non è neppure così male). Succede che quando arriva il momento in cui potrei tuffarmi online l'orologio segna inspiegabilmente sempre le 2 del mattino, e il mio istinto di sopravvivenza (o forse anche una riflessione sulla condivisione che mi tiene la mente impegnata da un pò) mi dirotta sull'addormentamento istantaneo.

Succede che sere fa tornando dalla spiaggia ci siamo fermati sul lungomare, dove avevano allestito gli Ostia Social Days , tra palco e concerti, bancarelle di orecchini che facevano impazzire Gaia, bacheche con citazioni sulla pace che attiravano l'attenzione di Andrea, l'area giochi dominata dalla Kapla, le postazioni di pittura libera...ci siamo persi per un pò, forti del non avere orari, per poi rientrare a casa. E per vari motivi, dopo un pò non era così tardi, e io avevo tutta un'idea di programmazione post e di ripresa a scrivere.

Ero su facebook e non succedeva da giorni, mangiavo crema di nocciole col cucchiaio, commentavo un post proprio su quella e la coincidenza mi sembrava molto divertente. Poco dopo apprendo quello che era successo a Nizza. Nella stessa sera, su un lungomare come il mio, con bancarelle identiche, stessi bambini, passeggini, area pedonale, vento, tutto quanto sappiamo già. E sono rimasta paralizzata, come sinceramente non mi aspettavo. Il mio progetto notturno di scrittura è crollato miseramente e si è trasformato in me che fissavo i bambini dormire pensando sostanzialmente al nulla.
Impossibile scrivere di polpettine, castelli di sabbia, letture appassionanti, cronache del mio piccolo quotidiano. Ho pensato addirittura di chiudere definitivamente il blog. Davanti alle tragedie che sempre più ci stanno circondando, cosa sto io a scrivere al pc, o le persone a leggerlo.

Anche il giorno dopo è stato orrendo.  Ho raccontato ai bambini cosa fosse successo, ne abbiamo parlato un pò, e tra una cosa e l'altra siamo rimasti a casa, perchè c'era troppo vento per andare in spiaggia, ed io -strano!- mi ero anche svegliata con un occhio chiuso e dolorante.
Questo restare "al riparo" se da un lato dava un senso di protezione, dall'altro è sembrato una prigionia. Allargando un pò il discorso, il mio occhio ed io avevamo sicuramente bisogno di quiete ma non era restando in casa che ci saremmo salvati. Fermarsi va bene, se consente lo spazio e il tempo per fare il punto della situazione, ricaricarsi. Non per nascondersi. La paura ti blocca, che è decisamente oltre il fermarsi.

Poi la sera è arrivato papà, i bambini hanno detto subito che volevano portarlo a "sentire i concerti",
e insieme, ci siamo tornati, a giocare, a vedere, ascoltare, passeggiare. Andare avanti probabilmente con l'intenzione potenziata, di vivere davvero quel momento, perchè quello che conta è il presente, perchè...è sempre oggi (Cit.) *


E allora credo che tornerò a raccontare le piccole cose, a fotografare i piatti, a guardare le nuvole e fare i braccialetti con le foglie di pannocchie anche quando mi sembrerà un pò stupido, e a parlare di creme nocciolate mentre ne mangio (che poi ci sono particolarmente affezionata, nella gravidanza di Jari ne ho mangiate a quintali e ne parlavo con le ostetriche mentre ero in travaglio, finchè lui non ha deciso di togliermi il fiato e nascere in circa tre minuti :-)


*La citazione è di Ramon Gomez de la Serna, <<Non è mai domani, è sempre oggi.>> ed è contenuta nella Mindfulness per Genitori, di Claudia Porta, un testo che colgo l'occasione per consigliare a tutti, scritto con amore e chiarezza, che aiuta a prendere una boccata d'aria quando serve, e che centra molti punti comuni a tanti di noi, che siano genitori o meno. E' uno dei primi ebook che ho acquistato nell'applicazione kindle e questo mi consente di averlo ovunque...non perdetevelo.