19 luglio 2016

Di pause e di paure. E poi, di ripartenze


E' innegabile che questo 2016 per me sia un anno particolare. Di rinascita, di assestamento, di revisioni e riesami...e un blog, che per vivere ha bisogno di cure e nutrimenti come un figlio, lascia trasparire facilmente le lunghe assenze, le pause, le divagazioni.

Succede poi che da un pò mi sono trasferita al mare con i bimbi, spesso soli io e loro, e che la mia connessione mediatica sia drasticamente ridotta (non è neppure così male). Succede che quando arriva il momento in cui potrei tuffarmi online l'orologio segna inspiegabilmente sempre le 2 del mattino, e il mio istinto di sopravvivenza (o forse anche una riflessione sulla condivisione che mi tiene la mente impegnata da un pò) mi dirotta sull'addormentamento istantaneo.

Succede che sere fa tornando dalla spiaggia ci siamo fermati sul lungomare, dove avevano allestito gli Ostia Social Days , tra palco e concerti, bancarelle di orecchini che facevano impazzire Gaia, bacheche con citazioni sulla pace che attiravano l'attenzione di Andrea, l'area giochi dominata dalla Kapla, le postazioni di pittura libera...ci siamo persi per un pò, forti del non avere orari, per poi rientrare a casa. E per vari motivi, dopo un pò non era così tardi, e io avevo tutta un'idea di programmazione post e di ripresa a scrivere.

Ero su facebook e non succedeva da giorni, mangiavo crema di nocciole col cucchiaio, commentavo un post proprio su quella e la coincidenza mi sembrava molto divertente. Poco dopo apprendo quello che era successo a Nizza. Nella stessa sera, su un lungomare come il mio, con bancarelle identiche, stessi bambini, passeggini, area pedonale, vento, tutto quanto sappiamo già. E sono rimasta paralizzata, come sinceramente non mi aspettavo. Il mio progetto notturno di scrittura è crollato miseramente e si è trasformato in me che fissavo i bambini dormire pensando sostanzialmente al nulla.
Impossibile scrivere di polpettine, castelli di sabbia, letture appassionanti, cronache del mio piccolo quotidiano. Ho pensato addirittura di chiudere definitivamente il blog. Davanti alle tragedie che sempre più ci stanno circondando, cosa sto io a scrivere al pc, o le persone a leggerlo.

Anche il giorno dopo è stato orrendo.  Ho raccontato ai bambini cosa fosse successo, ne abbiamo parlato un pò, e tra una cosa e l'altra siamo rimasti a casa, perchè c'era troppo vento per andare in spiaggia, ed io -strano!- mi ero anche svegliata con un occhio chiuso e dolorante.
Questo restare "al riparo" se da un lato dava un senso di protezione, dall'altro è sembrato una prigionia. Allargando un pò il discorso, il mio occhio ed io avevamo sicuramente bisogno di quiete ma non era restando in casa che ci saremmo salvati. Fermarsi va bene, se consente lo spazio e il tempo per fare il punto della situazione, ricaricarsi. Non per nascondersi. La paura ti blocca, che è decisamente oltre il fermarsi.

Poi la sera è arrivato papà, i bambini hanno detto subito che volevano portarlo a "sentire i concerti",
e insieme, ci siamo tornati, a giocare, a vedere, ascoltare, passeggiare. Andare avanti probabilmente con l'intenzione potenziata, di vivere davvero quel momento, perchè quello che conta è il presente, perchè...è sempre oggi (Cit.) *


E allora credo che tornerò a raccontare le piccole cose, a fotografare i piatti, a guardare le nuvole e fare i braccialetti con le foglie di pannocchie anche quando mi sembrerà un pò stupido, e a parlare di creme nocciolate mentre ne mangio (che poi ci sono particolarmente affezionata, nella gravidanza di Jari ne ho mangiate a quintali e ne parlavo con le ostetriche mentre ero in travaglio, finchè lui non ha deciso di togliermi il fiato e nascere in circa tre minuti :-)


*La citazione è di Ramon Gomez de la Serna, <<Non è mai domani, è sempre oggi.>> ed è contenuta nella Mindfulness per Genitori, di Claudia Porta, un testo che colgo l'occasione per consigliare a tutti, scritto con amore e chiarezza, che aiuta a prendere una boccata d'aria quando serve, e che centra molti punti comuni a tanti di noi, che siano genitori o meno. E' uno dei primi ebook che ho acquistato nell'applicazione kindle e questo mi consente di averlo ovunque...non perdetevelo.



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