12 maggio 2016

Ascoltare per crescere (tutti insieme)


Come lo scorso lontano post accennava, ultimamente c'è stata un pò di confusione qui. Confusione tutta nostra, perchè i bambini danno il La ma chi deve comporre, aggiustare, ascoltare la sinfonia alla fine siamo sempre noi.

Andrea si è arrabbiato molto. Moltissimo. Con noi, con le maestre. E stato provocatorio, maleducato, insopportabile, oppositivo, irritante, strafottente. Ce l'ha messa proprio tutta. A scuola hanno proposto anche un lavoro sulle emozioni, e lui, cresciuto con l'incentivo costante al sapersele riconoscere, ha chiaramente detto di provare quasi sempre solo rabbia.

Rimani un pò spiazzato insomma. Può capitare. Poi se capita un giorno si e l'altro pure, se oltre a insultarti e guardarti con occhi feroci a scuola salta sui banchi e grida TI HO DETTO DI NOOOO alla maestra insieme a qualche parola non proprio carina...cominci a interrogarti.

E ora, dopo un mesetto, forse due, qualche risposta l'abbiamo trovata. Non senza aver fatto dei pasticci nel frattempo. Perchè si procede per tentativi ed errori, si impara vivendo, dicono.

Tante cose insieme certamente, la prima elementare, la nascita del fratello e il suo primo anno di vita con gli assestamenti continui della vita di famiglia a cinque. I confini delle regole, a scuola e a casa, i suoi sette anni e la progressiva affermazione di sé. I "no", quelli ricevuti quanto quelli elargiti, i contesti diversi e i gruppi di riferimento, quello che piace fare, quello che non va di fare, quanto, e quando.....

Mi sono trovata davvero in difficoltà, ho sinceramente pensato di non sapere cosa fare. Ho cercato aiuto, ho chiesto informazioni e pareri ad amiche anche professioniste per trovare qualche chiave di lettura. Modalità di gestione e di contenimento di tanta pressione, esplosa così intensamente.

Cosa sta dicendo un bambino che si comporta così? Con chi si comporta così e con chi no? Da chi ha bisogno che arrivi una reazione? Per quale motivo? Dov'è quel vuoto da riempire con così tanto rumore? Per cercare di dare risposta a queste domande in realtà bisogna fare una cosa, più di altre.  


 A  S  C  O  L  T  A  R  E  .


E lo scrivo in modo enfatico perchè non è così scontato. 

Perchè mentre tuo figlio diventa il bambino difficile, tu tendi comunque a pensare al fatto che stia uscendo da dei ranghi che TU credi che esistano.
E non lo ascolti perchè parli.

Perchè mentre ti dice che ti odia e che la sua vita è brutta ogni giorno, tu tendi comunque a pensare che non sappia cosa sta dicendo e che sia oltremodo esagerato.
E non lo ascolti perchè TI senti offeso e preoccupato, e devi tranquillizzarTI.
 
Perchè mentre la maestra ti racconta un bambino che provoca fino ai nervi scoperti e che fa cose che sinceramente non ti aspettavi, tu tendi comunque a pensare a come spiegargli che pure se aveva delle ragioni di partenza, avrebbe dovuto saperle gestire in altro modo.
E non lo ascolti perchè tenti di insegnargli le TUE strategie di comportamento. 

Potrei andare avanti ma mi fermerò. Perchè altrimenti parlo troppo, e il nocciolo di questo post è qui. 

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Aver scritto tutto ciò mi ha fatto molto bene. Grazie, alla mia amica e doula Elisabetta, che oggi mi ha chiesto come andassero le cose, e al mio rimandare la risposta perchè in quel momento non avevo tempo di scriverla tutta (...) mi ha suggerito di farlo qui...direi che è un buon modo per tornare a scrivere dopo una certa...pausa :)

 

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